Descrizione
“Il servizio è gestito dall'educatore professionale Daniele D'Alleo, di Arnera _ spiega l’Assessora alle Politiche Sociali, Valentina Bertini _ e riguarda tutti gli aspetti di questo grave fenomeno che non coinvolge solo chi è colpito dalla dipendenza vera e propria, ma anche i familiari e ogni aspetto della vita di queste persone, spesso per lungo tempo e con ingenti compromissioni della stabilità dell'esistenza.”
D'Alleo, avendo anche una formazione specifica per la tutela minorile, sottolinea l'estrema importanza della prevenzione a partire dai ragazzi e dalle ragazze, del gioco che da divertimento rischia di sfociare in un comportamento ossessivo e in dipendenza vera e propria, con il tempo. Basti pensare al gaming, ai giochi sui cellulari che richiedono continuamente soldi per andare avanti (facendo venire meno il concetto base di gioco connesso all'abilità, alla spensieratezza, a qualcosa che può incentivare la socializzazione), ai computer e alle consolle di gioco che i ragazzi oggi usano con sempre più frequenza (anche in base, come sempre, ai soldi investiti per andare avanti ecc.).
“La volontà non è certo quella di demonizzare o stigmatizzare questi strumenti _ spiega D’Alleo _ ma di riuscire, da parte dei genitori, a far capire la loro eventuale pericolosità ai propri figli e figlie e di promuovere un'interazione con gli strumenti tecnologici sicura e responsabile e con il gioco consapevole e mai sconnessa da quello che deve essere, un gioco appunto. Se i genitori mi chiamano e vengono a parlarne assicuro loro che di strumenti ce ne sono diversi per raggiungere questi importanti obiettivi, condividendoli naturalmente."
La dipendenza patologica dai giochi, spesso online, riguarda in particolare gli adulti.
“Insisto ancora moltissimo sulla prevenzione _ aggiunge D'Alleo _ e sul rivolgersi a sportelli come questo quando ancora la situazione non è fortemente compromessa e non ci sono ingenti perdite di soldi e la convinzione/ossessione della persona affetta dalla dipendenza di poter coprire gli ingenti debiti contratti con il 'gioco', che certo gioco non è, continuando a spendere per 'giocare.
Perché, lo sappiamo, più si gioca per vincere più si continua a perdere e più la situazione peggiora. Se un familiare, un amico, una persona vicina a chi sta perdendo il controllo viene a parlarne quanto prima - e invito caldamente a farlo - insieme possiamo riuscire a prevenire quello che poi è suscettibile di diventare quasi irreparabile o, comunque, di provocare danni risolvibili in lunghissimo tempo."
“Capita sovente che le persone coinvolte, direttamente o per vicinanza o familiarità ecc. _ continua D'Alleo _ provino vergogna nel recarsi in una struttura a parlare di questa problematica, magari anche per il timore di essere viste.
Per garantire serenità e privacy io sono disponibile a incontrare chi ha bisogno di aiuto, per sé o altri, in un posto che viene ritenuto sicuro e più confortevole per parlare e aprirsi. Insieme possiamo farcela’”
