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Estate 1944, mostra documentaria sulla Liberazione in provincia di Pisa, a cura di ANPI, dal 5 al 13 aprile

Mostra documentaria sulla Liberazione in Provincia di Pisa, dal 5 al 13 aprile nelle ex scuole di Piazza Cavalca a Vicopisano. L'esposizione, che riporta gli avvenimenti dell'estate 1944 attraverso sezioni e documenti, è organizzata dalla Biblioteca Franco Serantini e da ANPI Vicopisano, sezione Petri.

Sarà aperta al pubblico sabato e domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, con ingresso libero e gratuito.

Cos'è

Mostra documentaria sulla Liberazione in Provincia di Pisa, dal 5 al 13 aprile nelle ex scuole di Piazza Cavalca a Vicopisano. L'esposizione, che riporta gli avvenimenti dell'estate 1944 attraverso sezioni e documenti, è organizzata dalla Biblioteca Franco Serantini e da ANPI Vicopisano, sezione Petri.

Sarà aperta al pubblico sabato e domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, con ingresso libero e gratuito.

La mostra, articolata in diversi pannelli tematici, ha come obiettivo quello di raccogliere alcuni importanti documenti relativi alla Resistenza e alla Liberazione in provincia di Pisa, al fine di costruire una mostra fisica itinerante e virtuale per proporre un racconto accessibile e coinvolgente aperto alla cittadinanza.

Questi i temi. 

. I bombardamenti che furono utilizzati per mettere fuori uso gli impianti industriali e le infrastrutture, ma anche come atroce strumento di pressione sulla popolazione. In un contesto sempre più teso, tra l’arresto di Mussolini del 25 luglio e la firma dell’armistizio resa nota l’8 settembre, avvenne il bombardamento di Pisa del 31 agosto 1943, con effetti devastanti e un numero imprecisato di morti, sicuramente oltre 700.

. La vicenda e la storia dell'aeroporto militare di Metato, nel Comune di San Giuliano Terme.

. La Repubblica Sociale Italiana
Il settembre 1943 è un mese decisivo, con l’armistizio tra il capo del governo Piero Badoglio e gli angloamericani, l’esercito nazista mette in atto il piano di occupazione e neutralizzazione dell’esercito, quindi libera Benito Mussolini dalla prigionia. Pochi giorni dopo viene costituita la Repubblica Sociale Italiana (RSI). Nascono le federazioni del Fascio Repubblicano, con l’organizzazione della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), oltre alla creazione in funzione antipartigiana delle Brigate Nere e di alcune bande autonome.

. L'occupazione tedesca
L’arresto di Mussolini non coglie impreparato l’alleato tedesco. Da mesi a Berlino il regime nazista monitorava la situazione italiana e preparava piani di occupazione della penisola. Da agosto quindi il comando supremo della Wehrmacht sposta in Italia quattro comandi di corpo d’armata e otto divisioni. L’armistizio reso pubblico l’8 settembre vede il territorio italiano già presidiato dalle forze armate tedesche. Viene subito definita la struttura di occupazione della penisola e si procede al disarmo dell’esercito italiano e alla conquista dei punti strategici. Gli episodi di resistenza da parte dell’esercito generano moltissimi incidenti drammatici.

. Saccheggi e sabotaggi
Tra le pratiche di resistenza della popolazione nel territorio pisano c’è anche quella dei sabotaggi, dalle modifiche alla cartellonistica per confondere gli occupanti alla disposizione di chiodi sul manto stradale per mettere fuori uso i camion militari, dall’interruzione delle linee ferroviarie con l’esplosione di ordigni, al taglio delle linee telefoniche, dal furto di materiali dai magazzini agli attentati diretti. L’obiettivo è chiaro ed esposto nel volantino partigiano qui riportato: “ostacolare il nemico con ogni mezzo”, ma a carissimo prezzo anche per i civili.

. La guerra vista da Cisanello, il dramma della famiglia Giglioli
Il 12 aprile 1944 alcuni ufficiali tedeschi si presentarono a casa della famiglia Giglioli, comunicando la requisizione dell’abitazione e l’ordine di sgombero. La casa era quasi alla fine di via di Cisanello ed era circondata da terreni agricoli e case rustiche, sempre di proprietà dei Giglioli, abitate da contadini. Costanza Stocker, moglie di Italo Giglioli, l’aveva acquistata alla fine degli anni Trenta e qui conservava la biblioteca e l’archivio della famiglia, un tesoro di avventure politiche e scientifiche. Morirono molte persone.

. Le stragi nel territorio pisano
Nella provincia di Pisa, fra il marzo e il settembre 1944, furono numerosi gli episodi di violenza contro i civili commessi dall’esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti. Sulla base dei dati raccolti nell’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia (a cura di ANPI e INSMLI) risultano 61 casi di stragi, per un totale di 388 vittime accertate.

. La Resistenza sul Monte Pisano
Nei dintorni di Pisa l’attività antifascista si sviluppa fino dal termine del 1943, in particolare nelle zone di sfollamento dove il sovraffollamento rendeva più difficili i controlli. Alle azioni di sabotaggio si aggiunsero la distribuzione di volantini sovversivi e la costruzione di reti di collaborazione resistenziale.

. I Partigiani di Coltano e la formazione denominata Audace, in un territorio divenuto terra di nessuno per molteplici aspetti.

. La Liberazione, il 1° settembre
Un paio di mesi dopo i sopravvissuti poterono girarsi indietro e iniziare a fare i conti con quanto era successo: "La guerra ha schiantato la nostra città, è vero. Non c’è strada che non mostri le sue ferite, non c’è piazza senza piaga. Non abbiamo più ponti, né luce, né acqua e questo da mesi. Quarantacinque giorni di assedio hanno permesso alle artiglierie di frugare nelle più gelose strade della nostra Pisa. I biondi barbari hanno frantumato con la dinamite le case e le difese sul fiume. L’Arno ci ha inondato e ancor oggi sono visibili le nuove rovine. Tutta la città è un triste scenario di case crollate, di interi quartieri rasi al suolo, di ingabbiature annerite, di pareti smozzicate e rose dagli incendi. Il Mezzogiorno non può più comunicare con Tramontana, una delle ultime nostre torri è crollata in Arno, il Camposanto vecchio è stato incendiato, le antiche mura violate dalle esplosioni. Ma Pisa non è morta. Ha solo chiuso gli stanchi occhi per non vedere tanto scempio, per non contare le troppe ferite." (Corriere dell’Arno, 23 novembre 1944).

- Per approfondire: https://bibliotecabfs.wordpress.com/2024/11/24/mostra-la-liberazione-in-provincia-di-pisa-attraverso-i-documenti-di-archivio/ 

A chi è rivolto

Adulti
Anziani
Bambini
Famiglie
Giovani

Luogo

Date e orari

2025 05 Apr

Inizio evento 10:00

2025 13 Apr

Fine evento 19:00

Costi

GRATUITO

Ingresso gratuito

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento: 01/04/2025 18:00

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