Il Monte Pisano

Il Monte Pisano, grazie ad un clima continentale ed alla vicinanza al litorale tirrenico, beneficia tutto l'anno di un clima mite, concedendo diversi mesi di condizioni atmosferiche/climatiche favorevoli ad una serie di attività all'aria aperta.

© Simona Morani - Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Descrizione

Montagna

"Il Monte Pisano è un acrocoro che, come propaggine meridionale delle Alpi Apuane, si estende per 15.000 ha. a nord dell'Arno, superficie ripartita in parti uguali tra la provincia di Lucca a nord, e la provincia di Pisa a sud.

Amministrativamente la superficie è altresì ripartita tra 6 Comuni: Lucca (3020 ha.), Capannori (4450 ha.) della provincia di Lucca; Buti (2120 ha.) Vicopisano (1400 ha.) Calci (2220 ha.) e San Giuliano Terme (1990 ha.), interessando marginalmente anche Bientina e Calcinaia, della provincia di Pisa. Ripartizioni dalle quali si conferma una superficie complessiva dell'area pisana di 7730 ha. e dell'area lucchese in 7470 ha. Il territorio disegna una figura irregolare che si allunga da nord-ovest a sud-est per lunghezza massima (da Ripafratta a Cascine di Buti di circa 21 km) e una larghezza minima di Km. 7,5 da San Giuliano a Pontetetto.

Per la sua dislocazione geografica - latitudine nord 43° 41' e 43° 50' longitudine est 28° 4' 28" e 28° 15' 4" - gode del privilegio di trovarsi in una zona climatica particolarmente felice, anche se i due versanti si differenziano abbastanza nettamente
Delimitato dal corso dell'Arno a sud, dal corso del Serchio a ovest, dall'alveo dell'antico Lago di Sesto a oriente e dalla Pianura Lucchese a nord, il Monte Pisano gode di una dislocazione ben precisa dal punto di vista geografico e da quello panoramico e paesaggistico. Infatti, mentre a nord consente di spaziare sul preappennino della Garfagnana e della Val di Nievole, a ovest la prossimità della costa tra Viareggio e Livorno consente di spingere lo sguardo per tutto l'orizzonte marino dalla penisola di Lerici fino alle isole dell'Arcipelago Toscano, dalla Gorgona alla Capraia.

E mentre a mezzogiorno oltre la Pianura Pisana, consente di scorgere, in successione, le Colline Livornesi, le Colline Pisane e le Colline Metallifere ad oriente, al di là dell'antico alveo del Lago di Bientina, per il solco dell'Arno, lo sguardo può spingersi nell'antico istmo del Monte Albano fino al Monte Morello che sovrasta Firenze.

E nell'acrocoro che si possono riconoscere rilievi e cime particolari, come Monte Serra (m. 917 s.l.m.), il Monte Cascetto (m. 900), lo Spuntone di Santallago (m. 870), il Monte Faeta (m. 829), il Verrucchino (m. 766).

Nessuno dei sei Comuni che se ne ripartiscono la superficie, estende la sua giurisdizione per intero sul Monte Pisano, perchè sono interessati all'area montana, in proporzione diversa: così, a fronte di Comuni come Buti che estende la sua giurisdizione sul monte per il 92%, Calci per l'88% e Vicopisano per il 52%, gli altri tre Comuni hanno sul Monte questa preva lenza territoriale: Capannori per il 28%, San Giuliano Terme per il 22%, Lucca per il 16%.

A siffatta situazione corrisponde una diversa distribuzione demografica, specie in seguito al progressivo fenomeno di spopolamento, quale è venuto a determinarsi negli ultimi cinquant'anni, allorchè, anche in ragione del diverso orientamento economico dell'occupazione e all'abbandono delle aree montane ha corrisposto - sia pure in forma discontinua - un progressivo aumento dell'occupazione industriale nel piano.

Un fenomeno che ha assunto proporzioni tali da determinare uno squilibrio in senso negativo non solo tra i nuclei abitati (con punte del 30%), ma, in particolare, tra le case sparse (fino al 70% e più), col "vuoto demografico" determinando oltre che l'abbandono di estese aree montane, quello di alcune migliaia di case, molte delle quali destinate alla rovina.

Un fenomeno a cui, negli ultimi tempi, negli anni Settanta e Ottanta, ha corrisposto quello, inverso, delle "seconde case" e quello degli "hobbisti", di coloro, cioè, che nella casa di campagna e nell'attività agricola, magari anche per motivi di salute, hanno inteso scoprire una attività complementare a quella esercitata nel piano, negli uffici o nell'industria".

(testo ed immagini tratti dal libro "Monte Pisano" di Giuseppe Caciagli, edito da Arnera Edizioni - Pontedera, 1997)

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QUI la MAPPA DEL MONTE PISANO con sentieristica navigabile e punti di interesse.

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COSA FARE

  • Escursioni a piedi rispondenti a diversi criteri: lunghezza, difficoltà, ambientazione, interesse.
  • Escursioni in mountain bike, anch'esse in varietà tali da rispondere a diverse aspettative.
  • Escursioni a cavallo, ottime per un recupero di un contatto completo con la natura

Consigliate sono le attività di ricerca e raccolta dei prodotti del bosco: funghi e castagne del Monte Pisano sono vere prelibatezze!

TREKKING

I Monti Pisani grazie ad una lontana colonizzazione dell'uomo ed a una limitata superficie sono cosparsi di sentieri, mulattiere, carrareccie, strade sterrate per il servizio antincendio, senza tenere conto di stradine private ormai in disuso e sentieri abbandonati.Grazie a questa rete di percorsi è possibile percorrerli in lungo e largo durante tutto l'anno, date le miti condizioni climatiche. Così da poter esplorare e conoscere l'ambiente, ed ammirare le bellezze naturali che essi possono offrire all'escursionista.

Camminando sui sentieri del Monte Pisano si incontrano segni colorati sul terreno, realizzati dalle Sezione di Pisa del Club Alpino Italiano in collaborazione con l'Amministrazione provinciale di Pisa e i sei Comuni interessati. La segnaletica consiste di segni bianco rossi sul terreno, alcuni dei quali con propria numerazione, secondo le norme adottate dal CAI in accordo con la Regione Toscana. Sono inoltre presenti, lungo i percorsi e nei centri abitati da dove questi si diramano, cartelli orientativi e informativi.

E' in fase di realizzazione una nuova carta della sentieristica a cura della sezione C.A.I. pisana e della Provincia di Pisa che sarà in distribuzione dalla primavera 2013.

MOUTAIN BIKE

Il Monte Pisano è un paradiso per i mountainbikers! Molti i persorsi che si snodato sui suoi versanti con diversi livelli di difficoltà, pendenza e durata. Molti i siti internet e le pubblicazioni con percorsi e itinerari consigliati.

LE GROTTE

In natura vi sono diversi tipi di cavità e le loro origini possono dipendere da diversi eventi naturali, esistono cavità di origine magmatica, tettonica, glaciali, oppure date dall'erosione marina od eolica. Nonostante ciò la maggior parte di esse si è formata grazie al "fenomeno carsico" cioè l'azione che l'acqua piovana esercita su delle rocce calcaree. Il calcare è una roccia formata quasi esclusivamente di carbonato di calcio, perciò detta anche roccia carbonatica, che si è formata grazie ad un lento processo di sedimentazione sul fondo di un antico mare per milioni di anni, di piccoli organismi, resti di molluschi e resti di altri microrganismi. Successivamente a tale fase questi depositi si sono consolidati divenendo roccia calcarea la quale più tardi ancora, grazie ai movimenti tettonici della crosta terrestre, in alcuni casi, è stata sollevata e/o spinta fino a formare dei rilievi montuosi.

L'esplorazione delle grotte

Si ha notizia di tali esplorazioni a partire dal '700 e '800 da parte di alcuni naturalisti e studiosi, anche docenti dell'università di Pisa (Antonio Cocchi, Giovanni Targioni Tozzetti, Claudio Fromond, Giovanni Bianchi, per citarne alcuni), in particolar modo concentratisi sulla grotta Buca delle Fate, sul Castellare di San Giuliano Terme, incuriositi a questa dalle credenze popolari, che la volevano, come tra l'altro anche altre grotte dei Monti, di origine vulcanica.

La Buca delle Cave di Uliveto Terme

Localizzata alla sommità dell'inattiva cava di calcare a ridosso dell'abitato di Uliveto terme, con i suoi circa 55 mt. di profondità ed uno sviluppo di 350 mt. è una delle più estese fra le grotte conosciute dei Monti Pisani. Scoperto il suo ingresso nel 1984 durante un'escursione, ha dovuto aspettare il giugno del 1991 per essere esplorata ed ammirata internamente dallo "Speleo Club Talpe" di Pontedera, i cui componenti nell'entusiasmo dell'esplorazione soprannominarono "Vavavuma" anche per il suo andamento non regolare. Oltre al suo sviluppo nel senso dimensionale, deve la sua importanza sia all'aspetto speleogeologico, sia per la presenza di una cospicua colonia di pipistrelli che l'hanno eletta dimora per il letargo invernale.

Modalità di accesso

nd

Indirizzo

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